domenica 12 gennaio 2014

LA PORTa EMOTIVa



LA PORTa EMOTIVa

A volte le cose migliori
provengono da parti inaspettate e sconosciute

sono quelle che disordinano 

apparentemente sembra non esserci motivo
ne tanto meno connessione

ma forse è proprio per questo
che è possibile accedere ad una emozione

quando una cosa è troppo strutturata
rimane anche imprigionata

quando la struttura è essenziale e ordinata
la discesa è favorita
e la forma ne viene liberata



da "AL TEMPO CONTEMPLO"
libro ancora non edito della terza settima 

mercoledì 8 gennaio 2014

GIURAMENTo DI IPPOCRATe

GIURAMENTo DI IPPOCRATe

 

Il Giuramento di Ippocrate viene prestato da medici, odontoiatri e veterinari prima di iniziare la professione. Prende il nome da Ippocrate a cui il giuramento è attribuito; la data di composizione non è definita, ma pare certo non preceda il IV secolo a.C.
Giuramento antico

L'originale greco:
« Ὄμνυμι Ἀπόλλωνα ἰητρὸν, καὶ Ἀσκληπιὸν, καὶ Ὑγείαν, καὶ Πανάκειαν, καὶ θεοὺς πάντας τε καὶ πάσας, ἵστορας ποιεύμενος, ἐπιτελέα ποιήσειν κατὰ δύναμιν καὶ κρίσιν ἐμὴν ὅρκον τόνδε καὶ ξυγγραφὴν τήνδε.
Ἡγήσασθαι μὲν τὸν διδάξαντά με τὴν τέχνην ταύτην ἴσα γενέτῃσιν ἐμοῖσι, καὶ βίου κοινώσασθαι, καὶ χρεῶν χρηίζοντι μετάδοσιν ποιήσασθαι, καὶ γένος τὸ ἐξ ωὐτέου ἀδελφοῖς ἴσον ἐπικρινέειν ἄῤῥεσι, καὶ διδάξειν τὴν τέχνην ταύτην, ἢν χρηίζωσι μανθάνειν, ἄνευ μισθοῦ καὶ ξυγγραφῆς, παραγγελίης τε καὶ ἀκροήσιος καὶ τῆς λοιπῆς ἁπάσης μαθήσιος μετάδοσιν ποιήσασθαι υἱοῖσί τε ἐμοῖσι, καὶ τοῖσι τοῦ ἐμὲ διδάξαντος, καὶ μαθηταῖσι συγγεγραμμένοισί τε καὶ ὡρκισμένοις νόμῳ ἰητρικῷ, ἄλλῳ δὲ οὐδενί.
Διαιτήμασί τε χρήσομαι ἐπ' ὠφελείῃ καμνόντων κατὰ δύναμιν καὶ κρίσιν ἐμὴν, ἐπὶ δηλήσει δὲ καὶ ἀδικίῃ εἴρξειν.
Οὐ δώσω δὲ οὐδὲ φάρμακον οὐδενὶ αἰτηθεὶς θανάσιμον, οὐδὲ ὑφηγήσομαι ξυμβουλίην τοιήνδε. Ὁμοίως δὲ οὐδὲ γυναικὶ πεσσὸν φθόριον δώσω. Ἁγνῶς δὲ καὶ ὁσίως διατηρήσω βίον τὸν ἐμὸν καὶ τέχνην τὴν ἐμήν.
Οὐ τεμέω δὲ οὐδὲ μὴν λιθιῶντας, ἐκχωρήσω δὲ ἐργάτῃσιν ἀνδράσι πρήξιος τῆσδε.
Ἐς οἰκίας δὲ ὁκόσας ἂν ἐσίω, ἐσελεύσομαι ἐπ' ὠφελείῃ καμνόντων, ἐκτὸς ἐὼν πάσης ἀδικίης ἑκουσίης καὶ φθορίης, τῆς τε ἄλλης καὶ ἀφροδισίων ἔργων ἐπί τε γυναικείων σωμάτων καὶ ἀνδρῴων, ἐλευθέρων τε καὶ δούλων.
Ἃ δ' ἂν ἐν θεραπείῃ ἢ ἴδω, ἢ ἀκούσω, ἢ καὶ ἄνευ θεραπηίης κατὰ βίον ἀνθρώπων, ἃ μὴ χρή ποτε ἐκλαλέεσθαι ἔξω, σιγήσομαι, ἄῤῥητα ἡγεύμενος εἶναι τὰ τοιαῦτα.
Ὅρκον μὲν οὖν μοι τόνδε ἐπιτελέα ποιέοντι, καὶ μὴ ξυγχέοντι, εἴη ἐπαύρασθαι καὶ βίου καὶ τέχνης δοξαζομένῳ παρὰ πᾶσιν ἀνθρώποις ἐς τὸν αἰεὶ χρόνον. παραβαίνοντι δὲ καὶ ἐπιορκοῦντι, τἀναντία τουτέων. »

La versione italiana:
« Giuro per Apollo medico e Asclepio e Igea e Panacea e per tutti gli dei e per tutte le dee, chiamandoli a testimoni, che eseguirò, secondo le forze e il mio giudizio, questo giuramento e questo impegno scritto: di stimare il mio maestro di questa arte come mio padre e di vivere insieme a lui e di soccorrerlo se ha bisogno e che considererò i suoi figli come fratelli e insegnerò quest'arte, se essi desiderano apprenderla; di rendere partecipi dei precetti e degli insegnamenti orali e di ogni altra dottrina i miei figli e i figli del mio maestro e gli allievi legati da un contratto e vincolati dal giuramento del medico, ma nessun altro.
Regolerò il tenore di vita per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio; mi asterrò dal recar danno e offesa.
Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio; similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo.
Con innocenza e purezza io custodirò la mia vita e la mia arte. Non opererò coloro che soffrono del male della pietra, ma mi rivolgerò a coloro che sono esperti di questa attività.
In qualsiasi casa andrò, io vi entrerò per il sollievo dei malati, e mi asterrò da ogni offesa e danno volontario, e fra l'altro da ogni azione corruttrice sul corpo delle donne e degli uomini, liberi e schiavi.
Ciò che io possa vedere o sentire durante il mio esercizio o anche fuori dell'esercizio sulla vita degli uomini, tacerò ciò che non è necessario sia divulgato, ritenendo come un segreto cose simili.
E a me, dunque, che adempio un tale giuramento e non lo calpesto, sia concesso di godere della vita e dell'arte, onorato degli uomini tutti per sempre; mi accada il contrario se lo violo e se spergiuro.»

Giuramento moderno
Il giuramento, nella forma qui sotto riportata, è stato deliberato dal Comitato Centrale della Federazione Nazionale Ordini Medici Chirurghi e Odontoiatri il 23 marzo 2007. La versione precedente risaliva al 1998.
« Consapevole dell'importanza e della solennità dell'atto che compio e dell'impegno che assumo, giuro:
  • di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento rifuggendo da ogni indebito condizionamento;
  • di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale;
  • di curare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno, prescindendo da etnia, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica e promuovendo l'eliminazione di ogni forma di discriminazione in campo sanitario;
  • di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di una persona;
  • di astenermi da ogni accanimento diagnostico e terapeutico;
  • di promuovere l'alleanza terapeutica con il paziente fondata sulla fiducia e sulla reciproca informazione, nel rispetto e condivisione dei principi a cui si ispira l'arte medica;
  • di attenermi nella mia attività ai principi etici della solidarietà umana contro i quali, nel rispetto della vita e della persona, non utilizzerò mai le mie conoscenze;
  • di mettere le mie conoscenze a disposizione del progresso della medicina;
  • di affidare la mia reputazione professionale esclusivamente alla mia competenza e alle mie doti morali;
  • di evitare, anche al di fuori dell'esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano ledere il decoro e la dignità della professione;
  • di rispettare i colleghi anche in caso di contrasto di opinioni;
  • di rispettare e facilitare il diritto alla libera scelta del medico;
  • di prestare assistenza d'urgenza a chi ne abbisogni e di mettermi, in caso di pubblica calamità, a disposizione dell'autorità competente;
  • di osservare il segreto professionale e di tutelare la riservatezza su tutto ciò che mi è confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito nell'esercizio della mia professione o in ragione del mio stato;
  • di prestare, in scienza e coscienza, la mia opera, con diligenza, perizia e prudenza e secondo equità, osservando le norme deontologiche che regolano l'esercizio della medicina e quelle giuridiche che non risultino in contrasto con gli scopi della mia professione.
da AgAdI "associazione gli amici di ippocrate"
 http://www.assisorriso.it/ippocreate.php

martedì 7 gennaio 2014

FOTOGRAFIa DI UN INCONTRo


FOTOGRAFIa DI UN INCONTRo
 

la mente poetica si sveglia all' alba e butta giù dal letto colui che di questa traduzione ne fa passione …


cos'è una musa se non un incontro ove lo scambio di un vissuto fa vibrare uno spazio raramente percepito,
ci si sente in sintonia, si prova simpatia, ci si nutre di stupore e allegria
a volte il bello , il buono e il vero dissipano i rumori d'intorno e la conversazione prende il volo...


è quello l' attimo in cui la luce trova la sua forma più bella
è quella l'immagine che la testimonierà come nel buio da sempre fa

 il bagliore di una stella 


da "dediche dedite" libro della quarta settima
 

domenica 5 gennaio 2014

LE MINIERe DEL FARe



LE MINIERe DEL FARe

Il fare , l’azione , il muovere ,la parte fisica del creare
Sono espressioni di una parte interiore
che sta cercando di vedersi e riconoscersi
attraverso una forma concreta

queste categorie della dinamica motoria
appartengono tutte alle fasi finali di in processo
che nasce da un'unica e una sola origine…
il pensiero

il pensiero è l’inizio di ogni cosa
all’inizio era il verbo ,
ed il verbo era dio…
beh in una miniatura di questo processo
potremmo dire …
all’inizio era l’idea e l’idea era l’uomo

quanto di quel pensiero è reale
è quanto di quel pensiero è possibile realizzare

quanto di quel pensiero è vero
è quanto di quel pensiero riesci a esprimere di sincero

quanto a quel pensiero non riesci ad arrivare
è quanto di imprigionato hai da liberare


IL COMPENDio DELLa MALATTia

IL COMPENDio DELLa MALATTia

Tutto ciò è regolato dalla legge di causa ed effetto, in oriente chiamata Karma. La si deve considerare in realtà come prodotta (nella vita formale del pianeta) da cause remote, celate nella mente di Dio. Le cause cui potremo ascrivere malattia e morte non sono che l’operato di principi fondamentali che governano — bene o male, chissà —la vita di Dio nella forma, e destinati a restare incomprensibili sino alla grande iniziazione cui diamo il nome di Trasfigurazione. Per tutto questo studio tratteremo cause secondarie, con i loro effetti e fenomeni prodotti da quegli effetti soggettivi originati da cause per noi incomprensibili perché troppo profonde. Bisogna ammetterlo e capirlo. È quanto di meglio l’uomo possa oggi fare, con le doti mentali di cui dispone. Quando l’intuizione è rara, e la mente poco chiara, perché pretendere con arroganza di capire ogni cosa? Val meglio coltivare l’intuito e conseguire l’illuminazione. Allora si capirà. Allora si avrà diritto alla conoscenza divina.
Quanto sopra esposto ci basterà, e saremo in grado di enunciare leggi e principi tali che l’umanità, seguendoli, potrà superare la coscienza della forma ed essere immune da quel trionfo della morte e da quello stato di malattia che oggi prevalgono nella manifestazione planetaria.
Lo studio delle cause delle malattie sarà ripartito in tre sezioni, abbandonando il desiderio, comprensibile ma futile, di conoscere la mente divina:
I. Cause psicologiche.
II. Cause derivanti dalla vita collettiva.
III. Cause karmiche.
Ne otterremo un concetto generico (altro per ora non si potrebbe) sulla presenza della malattia nel genere umano e, in parte, fra gli animali. Ciò compreso, il problema sarà più chiaro e potremo considerare i metodi per curare meglio quegli effetti spiacevoli. Chi studia l’Arte di Guarire ricordi inoltre che la si può esercitare in tre modi, tutti ugualmente validi, secondo il livello evolutivo del paziente.
Primo: applicazione di palliativi e lenitivi che gradualmente curano il male e allontanano
le condizioni nocive; essi riorganizzano la forma e rafforzano la vitalità,  sì che il morbo viene espulso. Le scuole allopatica ed omeopatica, con altri vari sistemi terapeutici, come l’osteopatia e la chiropratica, ne sono buoni esempi. Hanno compiuto un lavoro sano ed efficace, e l’umanità deve molto alla saggezza, alla perizia, all’abnegazione dei medici. Essi sono sempre impegnati in condizioni urgenti ed effetti pericolosi di cause che non appaiono alla superficie. Secondo questi metodi, il paziente è in mani estranee, ed è passivo, quiescente, negativo.
Secondo: i sistemi della psicologia moderna, che stanno affermandosi, e che cercano di agire sullo stato soggettivo, e curare gli atteggiamenti errati della mente, quelle inibizioni, psicosi e complessi che causano mali esterni, stati morbosi e patologie neurotiche e mentali. Questi metodi insegnano al paziente a cooperare quanto più gli riesce con lo psicologo, per comprendere bene se stesso e sradicare le condizioni interne coattive che producono il male esterno.  Lo si educa ad essere positivo e attivo, e questo è un gran progresso nella giusta direzione.
La tendenza a combinare le cure psichiche e fisiche è giusta e opportuna.
Terzo: evocazione dell’azione positiva dell’anima metodo più elevato e più nuovo. La vera guarigione sarà in futuro ottenuta facendo si che la vita dell’anima fluisca libera e senza ostacoli in tutti gli aspetti della forma. Essa vi infonde allora il suo potere vitale, ed elimina congestioni e ostruzioni, cause feconde di malattia. Sono cose su cui riflettere a lungo.

DAL TRATTATO DEI SETTE RAGGI
 guarigione esoterica IV volume
 “alice bailey”

sabato 4 gennaio 2014

IN PRIma LINea


IN PRIma LINea

ciao guerriero,
il tuo momento non è dei migliori,
conosco quello che viene a divorare i tuoi sforzi in quei momenti....
e per questo non dirò niente in proposito…

a volte la solitudine aiuta,
e il guerriero ne conosce il valore…

a volte aiuta il gruppo,
e il guerriero sa farsi aiutare…

a volte ti senti solo in mezza alla folla
dove un guerriero asseconda e riflette

a volte ti senti in  buona compagnia
nella solitudine di un silenzio accogliente
dove un guerriero partecipa e sorride

la vita è ricca perché non ti priva mai di tutto questo 

a volte è terribilmente sofferente e difficile ,
ma proprio perchè l'anima sa cosa occorre
e sa come rendere a colui che lotta
i doni di quell’opera che si compie nella luce e nella gioia

questo sulla terra si raggiunge rendendosi disponibili al vulnerabile ...
esperendo in battaglia quell’ onore che rende vincitori
anche nel momento in cui si perde.


da "disponibile al vulnerabile"
libro ancora non edito della seconda settima